An Albanian Clothing Story

Una breve storia del costume in Albania
“Quelle? Ma figurati, non se le prendono manco gli albanesi!”
In questa scena del film “Come Tu Mi Vuoi” la restaurata Giada (Cristiana Capotondi) sta facendo pulizia nel suo guardaroba, cercando di buttare tutti i vestiti vecchi, che le hanno causato schernimento e umiliazioni da parte degli amici del bello e scostante Riccardo (Nicolas Vaporidis).
Beh, la nostra Giada sarà pure un piccolo genio della comunicazione, ma a livello di profondità culturale c’è molto da lavorare. Sì perché questa frase, all’apparenza innocua e vagamente divertente, ha al suo interno un significato che si inserisce perfettamente nel sentimento xenofobo antialbanese che ha serpeggiato in Italia negli anni Novanta e Duemila da quando, l’8 agosto 1991, la nave Vlora è attraccata al porto di Bari trasportando oltre 20mila persone, scappate dall’Albania in seguito allo sfaldamento del regime comunista.
Sicuramente Giada non sapeva che quel Paese, l’Albania, è una nazione che, a livello di moda e costume, detiene una tradizione millenaria, ricca di storia e di colori.
Quei vestiti non li prendono manco gli albanesi, sì, ma perché le cose che hanno addosso sono molto, ma molto più belle.

La Storia
La storia della moda in Albania è un viaggio attraverso i secoli, dove diverse culture e popoli hanno lasciato il loro segno. Affonda le sue radici nella storia e nelle tradizioni del popolo illirico, che ha abitato il territorio dell’attuale Albania per molti secoli. Gli Illiri erano un popolo guerriero e indipendente, e questo si rifletteva anche nel loro stile di vestire.
Gli Illiri

Donne e uomini indossavano abiti lunghi e ampi chiamati “hlamida“, solitamente realizzati in tessuti leggeri come il lino o la seta. Questi abiti erano decorati con ricami e trine, che rappresentavano simboli e motivi significativi per il popolo illirico. I ricami erano solitamente realizzati con fili d’oro o d’argento, e spesso rappresentavano elementi della natura come uccelli, fiori e animali. Le trine, invece, erano solitamente realizzate in lana o cotone e rappresentavano motivi geometrici o floreali. L’uso di era un modo per le donne illiriche di mostrare il loro status sociale e il loro talento artistico.
Gli Slavi

Una delle influenze più importanti è stata quella degli Slavi, che arrivarono in Albania nell’VIII secolo e portarono con sé nuove tecniche di tessitura e stili di abbigliamento.
Gli Slavi introdussero i cappelli a cono chiamati “kapica” e i copricapi rotondi chiamati “shubie“, che divennero popolari in Albania e sono ancora oggi un elemento distintivo dei costumi tradizionali del nord del Paese. I cappelli a cono erano solitamente indossati dalle donne e potevano essere realizzati in diverse forme, come a punta o a forma di campana, e decorati con nastri e pietre preziose. I cappelli rotondi erano indossati sia dagli uomini, sia dalle donne e potevano essere realizzati in diverse dimensioni e materiali, come lana o lino, e spesso erano decorati con pietre preziose o nastri.
Gli Slavi introdussero anche l’uso di abiti più semplici e pratici, come le tuniche chiamate “kofta” per gli uomini e le gonne chiamate “pletenka” per le donne. Le tuniche erano solitamente realizzate in tessuti caldi e resistenti come la lana e il pelo di animale, e potevano essere indossate sia con i pantaloni, sia con le gonne.
Questo popolo, inoltre, introdusse l’uso di gioielli in oro e argento, come bracciali chiamati “narukvice“, anelli chiamati “prsten” e orecchini chiamati “naušnice“, spesso decorati con pietre preziose.



I Bizantini

L’arrivo dei Bizantini nel IX secolo ha introdotto nuovi stili di abbigliamento e nuove tecniche di tessitura.
Le donne iniziarono ad indossare abiti più aderenti e sontuosi, spesso realizzati con materiali pregiati come la seta e il velluto. Anche gli uomini albanesi iniziarono ad indossare abiti più eleganti, spesso realizzati in velluto e broccato, e decorati con ricami e pietre preziose.
L’influenza bizantina sulla moda albanese è stata particolarmente forte nelle città, dove si è sviluppata una classe di mercanti e di intellettuali che hanno adottato questa particolare licenza vestimentaria.
Gli Ottomani

L’invasione ottomana dell’Albania nel XIV secolo, infine, ha introdotto nel Paese tessuti particolarmente pregiati e ambiti, come il “kajmakçalık“, un prodotto di seta realizzato con una tecnica di tessitura unica che prevedeva l’utilizzo di un numero elevato di fili per creare una superficie liscia e luminosa, e il “kilim“, un tessuto intrcciato a mano con disegni geometrici e astratti, molto apprezzato in Albania.

via Cornucopia Magazine

Un altro elemento distintivo della moda ottomana in Albania era il “fes“, un cappello alto e ornato indossato sia dagli uomini che dalle donne. Indossare un “fes” era un modo per mostrare il proprio status sociale e il proprio gusto sontuoso.
L’influenza ottomana ha anche portato alla diffusione del turbante, un indumento che era stato originariamente utilizzato dai popoli nomadi dell’Asia centrale.


GLI ABITI TRADIZIONALI ALBANESI
Gli abiti tradizionali albanesi sono, dunque, una miscela unica di influenze storiche e culturali, che si sono evolute nel corso dei secoli per creare una tradizione distintiva e ricca di significato.

I Copricapo
- La “qeleshe” è un berretto a cono realizzato in lana o cotone. Questo capo, in passato, era solitamente indossato dai capi di villaggio e dai leader delle comunità, e rappresentava il loro ruolo di guida e di autorità, diventando, quindi, simbolo di onore e di rispetto. Oggi, la qeleshe è ancora indossata in occasioni formali, e rappresenta e come simbolo di appartenenza a una determinata comunità o regione, variando in base al colore e alla decorazione.
- Plis – Il “plis” è un copricapo tradizionale maschile che somiglia ad un cappello a cilindro, spesso realizzato in feltro o in tessuti leggeri. Viene indossato in tutto il paese ed è molto popolare in alcune regioni dell’Albania.
- Kepi – Il “kepi” è un copricapo tradizionale maschile simile a un berretto, spesso con una visiera. Viene indossato in tutto il paese e può essere realizzato in vari tessuti, come il feltro, la lana o il cotone.
- Çorape – Il “çorape” è un copricapo tradizionale femminile, solitamente realizzato in tessuti leggeri e decorato con ricami e perline. Viene indossato nelle regioni del sud dell’Albania.
- Kapica – La “kapica” è un copricapo tradizionale femminile a forma di cupola, spesso decorato con motivi floreali e con perline. Viene indossato nelle regioni del nord dell’Albania.
Pantaloni, kilt e gonne
- I pantaloni “tirq” sono tradizionalmente indossati in alcune regioni dell’Albania, soprattutto nelle aree vicine a Kosovo e Macedonia. Sono caratterizzati da una forma larga, con la parte superiore aderente alla vita e alla parte inferiore larga fino alla caviglia.
- La “xhurdia” è un tipo di pantalone tradizionale maschile che era originario della regione di Vlora in Albania. Sono pantaloni ampi, generalmente fatti di lana o cotone, con le gambe corte e un cinturino in vita.
- I “brekusha” sono pantaloni tradizionali indossati dalle donne in alcune regioni dell’Albania. Sono realizzati in vari tessuti, come la seta, il cotone o la lana, e sono caratterizzati da una forma ampia e aderente alla vita.
- Il “fustan” è una gonna tradizionale lunga che veniva indossata dalle donne in alcune regioni dell’Albania.
- La “fustanella” è il kilt tradizionale maschile che si estende fino al ginocchio o alla metà della gamba ed è associata alla cultura albanese. È stata indossato per secoli in Albania e viene ancora indossata durante le celebrazioni e le feste tradizionali. Questo capo ha una lunga storia e una grande importanza culturale in Albania. In passato, era indossata da soldati e guerrieri ed era associata all’identità nazionale e alla lotta per l’indipendenza del Paese. Oggi, la fustanella è ancora vista come un simbolo della cultura albanese e viene spesso indossata durante le celebrazioni e le festività tradizionali.
La parte superiore
- La “xhubeleta” è uno degli indumenti femminili più iconici della cultura albanese. È una giacca lunga e aderente con maniche strette e una gonna fino alle caviglie. È realizzata in tessuti pregiati e decorata con dettagli elaborati come ricami, bottoni, perline e fili d’oro o d’argento. Portata in auge durante la dominazione ottomana, oggi, la “xhubeleta” è ancora parte della cultura e della tradizione ed è spesso indossata durante le celebrazioni e le feste tradizionali. Questo capo è anche considerato molto elegante e raffinato.
- Lo “Xhamadani” è uno uno dei capi più celebri dell’estetica maschile albanese. Si tratta di un tipo di gilet, realizzato con l’omonimo tessuto tradizionale. Originario della città di Shkodra, situata nella regione settentrionale dell’Albania, questo materiale è conosciuto per la sua elevata qualità e il suo design unico, ed è stato prodotto per secoli dalle famiglie artigiane locali. Lo “Xhamadani” è realizzato in lana di pecora di alta qualità, che viene cardata, filata e tessuta a mano in modo da creare un tessuto robusto e resistente. Il design è caratterizzato da motivi geometrici e floreali in varie tonalità di colore, spesso con l’aggiunta di dettagli in filo d’oro o d’argento. Il tessuto “Xhamadani” è stato utilizzato per creare una vasta gamma di prodotti, tra cui coperte, tappeti, cuscini, borse e abbigliamento tradizionale come gonne e giacche. Oggi, lo “Xhamadani” è ancora prodotto e utilizzato in alcune parti dell’Albania, e rappresenta una parte importante della cultura e della tradizione locale.
E ora?
Oltre quel percepito di post-sovietismo, oltre a quel radicato pregiudizio che veste il popolo albanese con abiti da profughi, c’è di più, molto di più.
C’è un passato molto variegato, c’è un futuro certo ma, soprattutto, c’è un presente vivo e vibrante, fatto di identità culturale e di consapevolezza.
Sì, perché ci sono alcuni designer in Albania che stanno tentando, con creatività e passione, di portare la moda e le tradizioni albanesi nel XXI Secolo. Eccone alcuni:
Amargi
Amargi trae ispirazione dalla ricca etnografia albanese, adattandola a un design fresco e moderno.
Il focus principale consiste nel creare vestiti di alta qualità, attraverso il lavoro sapiente di donne albanesi, ridefinendo ogni dettaglio, per renderlo più moderno e al passo con i tempi.
Ogni collezione rappresenta un diverso aspetto della vasta eredità culturale del costume del Paese, concentrandosi, volta per volta, su una particolare regione, tessuto, motivo o processo di produzione.
Ma la creatività non è mai fine a sé stessa. Ogni capo di questo brand è prodotto da artigiane locali, scelte nell’ottica di supportare l’economia del Paese, e seguendo regole molto precise in termini di sostenibilità.
Artistike Zadrima di Tereze Gega
Questo studio, in attività da quasi 30 anni nella città di Lezhe, nel Nord dell’Albania, è uno dei punti di riferimento per quanto riguarda la tradizione tessile all’interno del Paese.
L’attività principale riguarda la produzione di abiti tradizionali per matrimoni e cerimonie, e l’utilizzo dei tessuti per la realizzazione di borse e accessori.
Artistike Zadrima, però, non è solo questo. All’interno dello studio, infatti, lavorano donne che, per ragioni sociali, di salute o famigliari, non sarebbero in grado di trovare lavoro altrove.
LIRIA™ Albanian Clothing Label
Marchio nato nel 2020, a partire dall’esperienza dello studio creativo Illyrian Ink, il brand Liria, ha l’obiettivo dichiarato di “far conoscere al mondo la cultura albanese attraverso la propria creatività, supportando al contempo la popolazione, attraverso la donazione di una parte di profitti ad alcune iniziative di carità albanesi in tutto il mondo”.
Questo brand concentra la propria forza creativa nelle stampe, rappresentati perlopiù l’aquila bicefala e disegni e scritte riferite alle radici illiriche del Paese.