Fast Fashion
La storia del fast fashion andrebbe fatta coincidere con la rivoluzione industriale quando, l’automazione e la meccanizzazione hanno fatto in modo che determinati tessuti, che prima erano ad esclusivo appannaggio delle classi più abbienti, fossero accessibili per una fetta più ampia di pubblico. A livello industriale, però, sono gli anni Settanta il momento cruciale per l’evolversi di questo sistema. Nascono, infatti, numerosissimi brand come Zara, Topshop, Primark che, basandosi sul modello di business dei più anziani H&M e United Colors of Benetton, espandono il proprio raggio d’azione verso i top fashion brands. Iniziano, infatti, a imitare, nel vero senso della parola, gli abiti mostrati in passerella realizzando, in poche settimane, quegli articoli che i marchi avranno in vendita qualche mese più tardi, secondo le regole della settimana della moda.
In questo processo evolutivo i brand del lusso si sono adattati aumentando esponenzialmente il numero delle proprie collezioni e adottando modalità di acquisto see-now-buy-now, rendendo immediatamente disponibili i capi mostrati in passerella.
Si è calcolato che, ai giorni nostri, i marchi fast fashion siano in grado di produrre una media di 52 collezioni all’anno, addirittura anticipando e intercettando l’estetica dei top brands.