Macramé
Particolare lavorazione del filato, realizzato annodando (non intrecciando) i diversi fili tra loro. La lavorazione macramé dona al tessuto un aspetto grezzo, ruvido e nodoso e permette, a chi lo realizza, di creare geometrie molto complesse.
Lavorazione molto antica, un’idea embrionale di macramé si riscontra addirittura nelle decorazioni assire e babilonesi, anche se è la cultura araba a renderlo ciò che è ora. Il termine sembra derivare, infatti, o dall’arabo miqramah, che significa “velo ornamentale”, o dal turco makrama, che significa “telo”.
Le conquiste moresche del VIII secolo in Spagna e in Italia, resero popolare il macramé anche in Europa, specialmente in Liguria, dove tutt’oggi è uno dei principali simboli dell’artigianato artistico della Regione.
Nei secoli successivi questa particolare arte si diffuse enormemente tra i marinai, che impararono a utilizzare questa tecnica per realizzare capi di abbigliamento resistenti e duraturi. Proprio i marinai esportarono questa tecnica in Asia e in America, dove si diffuse con il nome di McNamara’s lace.
Quasi inspiegabilmente il macramé scomparve dai radar durante tutto l’Ottocento, per poi tornare in auge negli anni Settanta del Novecento, quando la moda ricominciò a considerarlo per realizzare piccoli accessori prima e vere e proprie creazioni sartoriali poi.
