L’universo creativo di N°21

Alla scoperta del nuovo brand firmato Alessandro Dell’Acqua, tra concettualismo razionalizzato e ispirazioni senza tempo
Secondo la cabala, il numero 21 simboleggia la creatività come espressione e sviluppo dell’intelletto. Rappresenta la facoltà di sfruttare al meglio le proprie conoscenze per elaborare nuovi sistemi di comunicazione. È un numero foriero di energia positiva, è un numero prolifico, vivace, ricco di passione che si traduce in un forte flusso energetico atto a stimolare l’immaginazione.
Secondo la smorfia napoletana, invece, il 21 è ‘a femmena annura, la donna nuda, simbolo di cambiamento, di svolta.
C’è da dire, poi, che 21 è anche il giorno di nascita del nostro protagonista, Alessandro Dell’Acqua, stilista napoletano cresciuto nell’elegante via Monte di Dio, tra piazza del Plebiscito e il suggestivo Borgo Marinari. E chissà se Dell’Acqua avrà pensato alla cabala, alla smorfia o al giorno del suo compleanno quando, nel 2009, ha registrato il marchio N°21. L’unica cosa certa è che questa cifra, tanto carica di significati per lui, collezione dopo collezione sta assumendo significato anche per tutti noi.
Un nome così semplice, un lettering così elegante, privo di grazie e di colore, nasconde, in realtà, un mondo di raffinatezza vivace, avvenierismo misurato e iconicità ricercata, elementi incanalati verso un’identità di brand sorprendentemente definita e una riconoscibilità incredibile, se consideriamo che il marchio è attivo da poco più di dieci anni: ad oggi N°21 conta cinque flagship store, 15 corner, una linea donna, una uomo, una bambino, diverse licenze e un mercato globale caratterizzato da un particolare peak nei Paesi asiatici.
Ma, si sa, Roma non è stata costruita in un giorno: Alessandro Dell’Acqua è un nome attivo nel mondo della moda italiana dal 1985 quando, appena 23enne assume la carica di direttore creativo della maison anconetana Genny. Da allora le sue esperienze si sono susseguite alla carica alcuni dei fashion brand più importanti del panorama internazionale, come La Perla, Alma, Brioni, Malo, Les Copains, Borbonese e Rochas, per citarne alcuni.

Non solo.
Nel 1996 lo stilista partenopeo fonda il suo marchio omonimo, debuttante a Milano con la collezione Punk on Mediterranean Woman: la donna griffata Alessandro Dell’Acqua è elegante e sensuale. Gli abiti sono composti da ricchi tessuti ornati da ruches, mentre le trasparenze e i dettagli ricamati donano alle creazioni una contemporaneità misurata. Due anni più tardi il brand debutterà a Firenze, in occasione di Pitti Uomo, con la linea maschile, presentando una collezione molto razionale particolarmente incentrata sul knitwear e su un’idea di moda molto posata e understated.
Helena Christensen in Alma by Alessandro Dell’Acqua A/I 1995-1996; via Pinterest Alessandro Dell’Acqua e Karolina Kurkova all’apertura del flagship store Alessandro Dell’Acqua a New York; ph. Photo by Rabbani and Solimene Photography/WireImage
Il clamore generatosi dietro il marchio Alessandro Dell’Acqua reca l’esigenza di chiedere il supporto di un partner finanziario. Questa scelta si rivelerà un’arma a doppio taglio. Se da un lato i grossi investimenti assicurano al marchio una rapida crescita e un’espansione globale, dall’altro limitano molto il potere decisionale dello stilista che, in breve tempo, si ritroverà estromesso dal board del suo stesso marchio e vedrà la propria creatività completamente schiacciata da logiche di mercato che poco hanno a che vedere con la moda nella sua espressione più artistica.
Gli ultimi cinque anni dell’Alessandro dell’Acqua sono stati infernali perché i miei partner, subentrati ai precedenti e detentori del 70% delle quote non avevano alcun rispetto di me e del mio lavoro. Si preparavano a vendere tutto con me dentro, tendendomi all’oscuro.
Alessandro Dell’Acqua; MAMe
Ormai completamente al di fuori dalla sua creatura, nel 2007 il nostro protagonista lascia il brand omonimo tra sconforto e rassegnazione.
Sebbene la consapevolezza di aver perso ogni diritto sul proprio nome abbia presumibilmente causato sgomento e sfiducia nello stilista, la caparbietà e la voglia di riscatto hanno prevalso e, solo due anni dopo, Alessandro Dell’Acqua fa un nuovo debutto.
È il 2009. Nasce N°21.

borsa N°21 via numeroventuno.com sandali N°21 via numeroventuno.com Sweatshirt N°21 con l’iconico logo
Il neonato brand è un sistema molto articolato di ispirazioni, declinato secondo dell’Acqua a uno stile riconoscibile e molto pragmatico. Nelle sue collezioni è possibile scorgere l’idea erotico-emancipata del primo Saint Laurent, un racconto noir a mo’ di Azzedine Alaïa, il razionalismo spontaneo dell’estetica di Jurgen Teller. È un mondo magico in cui l’irrazionale diventa razionale, in cui il concettuale si trasforma in qualcosa di manifesto, di raccontato, ma sempre esclusivo.
Yves Saint Laurent, 1968, camicia in cigaline Kate Moss posa per Juergen Teller Naomi Campbell sfila per Azzedine Alaïa
La prima collezione, in passerella a Milano per l’autunno-inverno 2010, mostra una donna con una decisa propensione per il daywear, ispirandosi alla figura di Monica Vitti. I volumi dritti e lineari e le silhouette fascianti accompagnano una collezione che varia dai tailleur a taglio maschile, fino alle sensuali microgonne in pizzo. I tessuti variano dal doppio crêpe di lana, alla gabardine, fino ad arrivare a materiali pregiati come lo chiffon, la nappa, il montone, il pizzo, il cashmere e la georgette. Una dichiarazione di poetica non programmatica ma comunque chiara, secondo la quale la contemporaneità, la creatività e lo stile debbano essere sempre al servizio della qualità e del bello.

Negli anni, numerosi sono stati i look e le collezioni che hanno rafforzato l’immagine del marchio e hanno lanciato N°21 nell’Olimpo della moda.
Primavera estate 2012: Dell’Acqua guarda agli anni Sessanta, dove l’allure bon chic bon genre regna sovrano. Il tessuto Oxford delle gonne è giustapposto alle fantasie Gauguin degli abiti e alle giacche biker. Boyish meet girlish negli abiti a sottoveste, con il reggiseno a vista, di satin in toni metal.
Key look: camicia in cotone dal taglio maschile e gonna al ginocchio con piume di paillettes ricamate, guanti di pelle e décolleté.

Pre-fall 2013: un’ordinarietà fuori dall’ordinario, una linea pulita, semplice ma sorprendente. I materiali e le decorazioni sono i grandi protagonisti di questa collezione, composta da numerose declinazione de le petit robe noir, di overcoat cocoon e di felpe logo.
Key look: tubino al ginocchio, a manica lunga, realizzato in doppia lana tricot verde smeraldo e decorato jaquard.

Autunno inverno 2014-15: ancora una volta N°21 gioca con i generi, mixando guardaroba maschile e femminile. Questo gioco di generi viene mitigato da accorgimenti romantici super femminili: così il severo chesterfield diventa una cascata di paillettes, o si impreziosisce con dettagli in pelliccia.
Key Look: Maglia in mohair e gonna longuette di paillettes ricamata

Primvera estate 2015: ancora espressione di un gusto BCBG, questa collezione rielabora un affascinante neo-grunge da salotto fatto di abiti in organza trompe-l’oeil, maglieria chiné, micro top in tartan e gonne macramé effetto shiny.
Key Look: Camicia tartan, cintura in vita e gonna tubino. Iconiche bow mules con strass

Autunno inverno 2015-16: espressione del celato che diventa manifesto del concettuale che si traduce in visibile in una delle collezioni più belle mai create da Dell’Acqua. Il contrasto tra lo scintillante oro e il razionale grigio, le forme lineari dei cappotti oversize e gli abiti scomposti in tulle e seta rendono questa collezione una vera e propria ode alle mille sfaccettature dell’interiorità femminile.
Key look: Abito in tulle e seta con volant e lieve spacco. Stivaletto alla caviglia in pelle, guanti di pizzo ricamati e clutch di pelliccia

Autunno-Inverno 2016-2017: N°21 rivisita il rock ‘n’ roll anni Settanta attraverso la combinazione del guardaroba maschile e femminile, esplorando estetica e silhouette appartenenti a diversi decenni.
Key look: Camicia tartan, maglia di mohair, gonna con spacco laterale in duchesse di seta con cristalli, calza con ricamo e scarpa creepers

Autunno inverno 2017-18: la passione di Alessandro Dell’Acqua per il neorealismo e per la figura di Anna Magnani, è contaminata da un’estetica US College. L’alto tasso di sensualità fornito da lunghi abiti in chiffon tempestati di cristalli, gonne a tubo adorne di provocanti zip e i colori come il rosso scarlatto e il blush si prestano a abbinamenti fuori dal comune, grazie alla presenza di bomber logati, maxi-cardingan e twin set dall’animo vintage e all-american.
Key-Look: Abito sottoveste in tulle e seta con volant e cintura in vita con spilla ricamata.

Autunno inverno 2019-20: Dell’Acqua prosegue nella sua ricerca della femminilità attraverso la rielaborazione del guardaroba femminile.
Key-Look: Cappotto doppio petto in lana con zip sul retro e top in maglia. Mules con strass.

L’anno scorso questo marchio, un po’ milanese e un po’ napoletano ha spento dieci candeline. Dieci anni di successi, di look indimenticabili e di nuove icone.
Noi di Wordrobe ci auguriamo che di candeline da spegnere ce ne siano ancora tante e che la creatività di Alessandro Dell’Acqua continui a regalarci collezioni magnifiche.